Il prezzo dei carburanti continua a salire vertiginosamente, ed in questi giorni la benzina ha superato €1,5 al litro, il gasolio €.1,4 ed il GPL €.0,79. In realtà questi prezzi erano stati raggiunti anche nell’estate del 2008, quando in piena crisi un barile di petrolio costava 122 dollari e la comunità internazionale si chiedeva come arrestare il continuo aumento del greggio.
Se allora la polemica riguardava il fatto che all’aumento del prezzo per barile corrispondeva un immediato aumento del prezzo “alla pompa”, seppur il carburante venduto fosse stato acquistato diverso tempo prima ad un prezzo inferiore, oggi riguardano altre cose. Infatti se i prezzi allora erano stati raggiunti con il prezzo del petrolio pari a 122 dollari al barile, perchè oggi sono gli stessi se il petrolio costa 99 dollari? La domanda rimane senza risposta per tutti noi poveri mortali, che possiamo solo ipotizzare un incremento del guadagno netto.
Vivendo in un’epoca in cui il mondo non ha confini, le associazioni dei consumatori non hanno potuto fare a meno di comparare il prezzo praticato in Italia con quello degli altri paesi europei. Risultato? Più cari dell’Italia risultano essere solo Danimarca e Malta. Se poi compariamo i prezzi praticati dalle compagnie che operano sia in Italia che all’estero, ci accorgiamo che lo stesso prodotto venduto in Italia costa dal 6 al 13% in più. Sicuramente una parte della colpa possiamo attribuirla alle famigerate accise, ossia delle tasse che si aggiungono al prezzo della benzina, ma il resto è solo speculazione.
Giusto un inciso sulle accise: queste piccole tasse sono state introdotte nel corso degli anni per affrontare particolari situazioni che necessitavano di un finanziamento, ma con il passare del tempo poi non sono state più eliminate e continuano a gravare sul prezzo finale del carburante. Esempi delle accise sui carburanti sono:
- 1,90 lire per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935
- 14 lire per il finanziamento della crisi di Suez del 1956
- 10 lire per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963
- 10 lire per il finanziamento dell’alluvione di Firenze del 1966
- 10 lire per il finanziamento del terremoto del Belice del 1968
- 99 lire per il finanziamento del terremoto del Friuli del 1976
- 75 lire per il finanziamento del terremoto dell’Irpinia del 1980
- 205 lire per il finanziamento della guerra del Libano del 1983
- 22 lire per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996
- 39 lire per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
A questi importi, seppur minimi, va poi aggiunta l’IVA al 20%, quindi piccole cifre che comunque influiscono sul prezzo finale e soprattutto sono come minimo anacroniste e ridicole.
Per fronteggiare il continuo aumento dei carburanti il Ministero per lo Sviluppo Economico ha deciso di istituire la Commissione Dinamiche Prezzi, della quale faranno parte, oltre al Ministero dello Sviluppo Economico, anche “Mister Prezzi, le associazioni dei Consumatori e i rappresentanti del comparto carburanti. Si spera che questa nuova commissione determini un risparmio generale per il cittadino e che non serva solamente a creare nuove ambite e ben pagate poltrone che graveranno sulla comunità.
Per il momento non possiamo far altro che gestire in proprio il nostro risparmio, cercando di effettuare rifornimento presso quei distributori che offrono un prezzo inferiore agli altri, come quelli indipendenti o esistenti presso i centri commerciali.
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